SANTO STEFANO DI PERM (1350-1396)
Icona di Santo Stefano di Perm (dal sito della Chiesa Ortodossa in America)
Il 26 Aprile 1996 (il 9 Maggio nella Chiesa russa e tra gli ortodossi che seguono il calendario giuliano) si è celebrato il sesto centenario della morte di Santo Stefano di Perm, l'Illuminatore, o evangelizzatore, del popolo degli Zyriani (gli odierni Komi).
Contemporaneo e amico di San Sergio di Radonezh, Stefano era figlio di un chierico della città di Ustiug; fin da ragazzo, aveva appreso la lingua della tribù ungro-finnica degli zyriani, un popolo ancora pagano che viveva nella regione di Perm, sulle pendici occidentali degli Urali. Dotato di un intelletto brillante, volle sfruttare i suoi talenti per diffondere la luce del Vangelo di Cristo. Divenuto monaco nel monastero di San Gregorio il Teologo a Rostov, vi rimase per tredici anni, apprendendo il greco, perfezionandosi nella conoscenza delle Sacre Scritture e delle ufficiature ecclesiastiche, elaborando un alfabeto per la ligua zyriana, e traducendo dal greco in zyriano i testi sacri.
Per dare inizio al suo progetto di evangelizzazione, in
spirito di obbedienza monastica, attese la benedizione episcopale, e quindi
iniziò con zelo a percorrere la terra di Perm.
I suoi successi iniziali furono deludenti, a giudicare
dal piccolo numero dei suoi seguaci; tuttavia, riuscì a edificare
per loro una chiesa, presso la quale avrebbe pure fondato un monastero.
Di fronte ai pochi zyriani che erano stati da lui convertiti
e battezzati, Santo Stefano doveva fare i conti con una maggioranza della
popolazione diffidente, quando non apertamente ostile, nei suoi confronti.
Il punto di svolta della sua missione fu il momento in cui, da solo, si
recò a bruciare un tempio pagano e a distruggerne gli idoli. Il
suo zelo per la verità riuscì in breve tempo a trasformare
la furia dei pagani in ammirazione, e ne seguì la conversione di
quasi tutto il popolo zyriano.
All'intransigenza nei confronti del paganesimo, tuttavia, Santo Stefano univa una profonda tolleranza per le persone, e gli ultimi pagani rimasti trovarono in lui un difensore dagli eccessi di zelo dei loro compatrioti neoconvertiti.
Santo Stefano costruì altre due chiese, istruendo il popolo nella conoscenza delle sacre Scritture e del culto della Chiesa, attraverso la forma scritta della lingua zyriana da lui ideata. Inoltre, fece di tutto per la formazione e la preparazione di un clero locale.
Quando a Perm si fece sentire la necessità di un vescovo, alla sede metropolitana di Mosca si decise che nessuno avrebbe potuto ricoprire questa carica meglio dello stesso evangelizzatore di quella terra, e Stefano fu consacrato vescovo nel 1383.
Come vescovo di Perm, e con il sostegno attivo del popolo, Santo Stefano si rimise all'opera con nuovo entusiasmo, fondando chiese e monasteri, insegnando, assistendo la popolazione nei momenti di maggiore necessità materiale.
Stefano morì serenamente durante uno dei suoi viaggi a Mosca, il 26 Aprile 1396. Fu proclamato santo nel 1549, e rimane il più alto ideale di santità per i missionari russi che vivono presso altri popoli.
La sua biografia è stata scritta da Epifanio il
Saggio, discepolo e biografo di San Sergio di Radonezh.
I primi tre successori di Stefano sulla cattedra episcopale
di Perm (Gerasim, Pitirim e Giona) sono anch'essi venerati come santi,
e la loro festa cade il 16/29 Gennaio.
Santo Stefano, Illuminatore di Perm, intercedi presso Dio per noi!